Voci della notte
letto. Un gran numero di oggetti uscì dalle sue tasche; chiavi, temperino, matita, moneta spicciola, occhialetto, portasigari; tutto ciò cadde con un
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nè babbo nè mamma, e non si ebbe mai nè casa nè tetto e gli anni passarono a guisa di gragnuola sul capo? Infine, se si fosse deciso al gran passo
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che metteva delle scintille fosforescenti in fondo ai suoi occhi; nè ci volle gran tempo perchè nel silenzio dei prati, all'ombra dell'alto pioppo
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prendeva adesso, di moto proprio, non potendo più chiederla a lui, che gran male! Le restava almeno un cencio di ricordo, il solo, se quella gentaccia
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un gran desiderio di finirla e di morire. Le gambe le si piegavano sotto; doveva appoggiarsi, a tratti, per non cadere. Capiva che se fosse caduta non
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scialle attraverso i fianchi, le braccia nude, una collana di vetro al collo, un gran ventaglio in mano, imitava le odalische. In camicia, ventre a terra
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vero mendico, è il vero ammalato... Oh gente che amate ecco la gran miseria! Si era fermata nel mezzo della camera, colle braccia penzoloni, l'occhio
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. Tacque la voce; un gran silenzio si fece nella camera. Ombre leggiere passarono davanti alla culla, bianche, rosee, brune, ridendo e piangendo, portando
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